Stefano Baldini

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Benvenuti

Sono Stefano Baldini, maratoneta e mezzofondista italiano, Campione Olimpico di maratona ad Atene 2004, oggi Runner e Coach.

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Chi sono

Sono nato a Castelnovo Sotto, in provincia di Reggio Emilia, il 25 maggio 1971. I miei genitori, Tonino e Maria, entrambi nati e cresciuti a Viadana, si trasferiscono nel 1962 nel reggiano dove acquistano un’azienda agricola tuttora in attività che produce latte per il Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano. Le origini e la famiglia sono state la chiave della crescita in un ambiente sano che mi ha condizionato indelebilmente. Infatti siamo una famiglia numerosa, sono l'ottavo di undici figli (6 maschi e 5 femmine!).

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Rassegna Stampa

Intervista di Gazzetta Running

Venerdì, 27 Novembre 2020

Il campione olimpico di maratona ad Atene 2004 consiglia di non smettere di praticare attività fisica per stare bene anche quando l'emergenza finirà 

Pierfrancesco Catucci 

Tra regioni che cambiano colore, una pandemia che stenta ad arretrare e i numeri quotidiani che danno la dimensione drammatica del problema, lo sport resta uno dei pochi strumenti per aiutarci ad attraversare ancora una volta il guado in questo periodo così difficile. Lo sport, d’altronde, indipendentemente dal nome della disciplina praticata, “aiuta a star bene, stimola la produzione di endorfine e consente di mantenersi in forma anche dove le restrizioni sono più stringenti”. A parlare è Stefano Baldini, oro olimpico nella maratona ad Atene 2004 e ora allenatore di diversi atleti professionisti e capitano degli Asics Frontrunner.

“Lo sport aiuta il corpo e la mente – prosegue Baldini – e consiglio a tutti di non mollare proprio ora. Ci sono tanti modi per allenarsi, anche restando a casa, ma non smettete di farlo”. La tecnologia, d’altronde, in questo senso viene particolarmente d’aiuto. Gazzetta Active, anche sul proprio profilo Instagram, propone una serie di sessioni di allenamento in diretta e quotidianamente offre consigli per mantenersi in forma. “È chiaro – spiega l’ex maratoneta azzurro – che questa pandemia ci costringe a rinunciare alla socialità dello sport, ma dobbiamo stringere i denti e magari sfruttare il momento per scoprire anche nuovi allenamenti”.

Baldini, per esempio, ha riscoperto anche la bici da corsa e i rulli, per un salto in un mondo che è stato per certi versi precursore di una sorta di “socialità digitale” applicata allo sport. “Con un monitor e un software dedicato è possibile simulare una pedalata sulle Dolomiti anche restando tra le mura domestiche. Si può anche essere collegati con i propri amici sui pedali e condividere l’esperienza”. E anche il running sta provando a spingere sulla strada della tecnologia con una serie di gare virtuali che, se da un lato non potranno mai sostituire del tutto quelle in presenza, dall’altro restituiscono comunque un po’ di competitività all’allenamento. “L’Asics World Ekiden, la staffetta mondiale promossa da Asics, è un esempio da questo punto di vista e ha spopolato sin da subito perché promuove un concetto di squadra fortemente stimolante”.

E allora, indipendentemente dallo sport che si è sempre praticato, il suggerimento di Baldini è quello di immaginare questo momento così difficile come una gara da vincere: “L’obiettivo deve essere la salute e il benessere, stare bene e in forma per essere competitivi”. Ma anche rendere più forti le difese immunitariee farsi trovare pronti per quando avremo vinto la battaglia contro la pandemia. “Io, per esempio – conclude il campione – sto vivendo una stagione molto positiva grazie al lavoro che ho fatto a casa durante il primo lockdown. Mi sono allenato su un tappetino e ho riscoperto la bicicletta con i rulli. Quando sono tornato a correre all’aperto mi sono sentito bene come non mi capitava da tanto tempo”. Un po’ di esercizio al giorno, a cominciare dalle scale, e quando torneremo alla vita normale staremo senz’altro molto meglio… (running.gazzetta.it)

Sul blog "Vado di corsa" la presentazione del Garmin Forerunner 745

Venerdì, 18 Settembre 2020

Con Baldini e Fontana per testare il nuovo Forerunner

Che poi basta guardarli, ascoltarli, vedere l’approccio che hanno a un allenamento, alla tecnologia, ai nuovi prodotti per capire che atleti come Stefano Baldini e Daniel Fontana la differenza la fanno con la testa. Medaglie olimpiche, titoli europei, vittorie nell’Ironman, finali del mondiale di triathlon lungo a Kona che non si contano più e non arrivano per caso. Basta il talento? Certo, serve ma serve anche qualcos’altro che non tutti hanno. E la differenza è tutta lì nell’approccio che hai allo sport, nelle rinunce che sei disposto a fare, nel rispetto del tuo fisico, nella concentrazione che riesci a mantenere e nella capacità di utilizzare tecnica  e tecnologia nel lavoro quotidiano.

Così basta una mattinata alla Canottieri Olona per testare, nuotando e correndo, il nuovo Forerunner 745 di Garmin che oggi viene presentato al mondo  per capire come i grandi atleti si avvicinino alle novità e come collaborino nello sviluppo die prodotti: ” Generalmente un prototipo viene sviluppato nell’hardware e nel software al 70 per cento nella sua fase iniziale- spiega Matteo Bortesi, product marketing manager di Garmin Italia- il resto viene perfezionato sul campo attraverso i feed back degli atleti. Un lavoro quotidiano e paziente che permette poi di arrivare al lancio con tutte le potenzialità a disposizione”.

Il nuovo Forerunner 745 è un Gps con funzioni avanzate per la corsa e il triathlon  che viene commercializzato a 449 euro ed è pensato per runner e triatleti che hanno bisogno di informazioni dettagliate per i loro allenamenti.  Un’infinità di data in acqua e in strada. Un “trainer” da polso che permette ad atleti, triatleti e a chi fa sport di conoscersi e di scoprire l’enorme quantità di informazioni che ognuno di noi produce quando si allena o gareggia.   Dati che nella corsa indicano il bilanciamento degli appoggi, le oscillazioni, la frequenza, lo stacco dal terreno, l’inclinazione della schiena. E che nel nuoto (oltre ovviamente ad indicare distanza e vasche) permettono attraverso un test sui 200 metri e poi sui 400 di calcolare la propria Critical swim speed che, per i comuni mortali,  sarebbe la velocità di crociera che ognuno può permettersi e per Daniel Fontana è invece: “la velocità che puoi tenere fino all’infinito”. Non solo. Il nuovo Forerunner attraverso la lettura dell’ossigenazione del sangue e della qualità del sonno  permette di avere in tempo reale la diagnosi sul proprio stato di forma consigliando l’allenamento quotidiano da sostenere.

Le funzioni sono quelle che vanno dalla ” body battery” che valuta il recupero fisico durante il sonno, alla Pulse Ox che indica il grado di ossigenazione del sangue, alla nuova funzione che dà il monitoraggio dell’idratazione e alla lettura della respirazione durante uno sforzo ma anche a riposo. Dati che vengono prodotti, immagazzinati e scaricati con la funzione “true-up”  a Garmin Connect e condivisi in tempo reale e in automatico con tutti gli altri dispositivi Garmin che interfacciano e si scambiano informazioni in modo omogeneo.   Non solo. Anche su questo sportwatch sono state attivate la funzione di assistenza e soccorso che  è in grado di registrare le cadute accidentali ( o lo stop brusco dell’attività magari per un’aggressione)  inviando in modo automatico una richiesta di soccorso geolocalizzata ai telefoni o agli indirizzi mail precedentemente registrati, la funzione Garmin-pay che permette di usarlo come una carta di credito e la possibilità di caricare in memoria fino a 500 brani musicali. Fine. Più o meno.

Perchè molto resta da scoprire un volta che lo si mette al polso e si comincia a correre, soprattutto se poi a leggere i tuoi dati è la medaglia olimpica di Atene che ora allena le nuove generazioni del mezzofondo ma corre ancora in scioltezza a velocità siderali. Così per un chilometro provi a stargli dietro buttando il cuore oltre l’ostacolo e poi, fiducioso, gli passi il dati della tua corsa per capire a che punto sei: “La frequenza cardiaca è davvero bassa, si vede che sei allenato- spiega- ma carichi troppo la corsa sulla parte destra e i tuoi piedi sono poco reattivi. Però credo che tu abbia lo stesso mio problema… Stiamo diventando vecchi e ci stiamo inesorabilmente spegnendo…”. Non credo che Baldini qeusto l’abbia letto sul Forerunner. Ma questa  forse è una delle poche cose che il nuovo Garmin non dice…(Antonio Ruzzo per ilgiornale.it)

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